Tocilizumab e Interleuchina-6 sul coronavirus
La dott.ssa Alessia Manteca, nutrizionista ci parla dell’azione di Tocilizumab e Interleuchina-6 sul coronavirus.
In questi giorni, in cui non si fa altro che monitorare l’andamento del coronavirus, ascoltando la TV oppure leggendo qualche articolo più tecnico, sarete incappati di sicuro in questa fantasiosa parola: interleuchina-6.
Essa è una delle tante citochine, proteine prodotte dall’ organismo che fungono da segnale di comunicazione tra le cellule.
Nel vasto gruppo delle citochine, le interleuchine sono quelle prodotte dal sistema immunitario.
Esse svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione e nell’attivazione dei meccanismi difensivi e nei processi infiammatori.
Medici e ricercatori napoletani, in collaborazione con i colleghi cinesi, hanno avuto una ottima intuizione.
Infatti, hanno introdotto nella cura dei pazienti affetti da covid-19 il Tocilizumab, farmaco già usato da tempo per l’artrite.
L’artrite malattia autoimmune che coinvolge le articolazioni) e l apolmonite da covid-19 hanno in comune una potente infiammazione con alte concentrazioni di inerleuchina-6.
Il Tocilizumab agisce proprio bloccando la produzione di tale molecola infiammatoria prodotta dal sistema immunitario in risposta all’infezione virale.
I protocolli sperimentali sono all’ inizio, ma sembrerebbero promettenti.
Ma l’ interleuchina-6 come è coinvolta nell’ ambito della nutrizione?
Ebbene, l’ infiammazione è oggi considerata un aspetto essenziale nella patogenesi dell’ obesità viscerale.
Infatti, in presenza di grasso addominale, si riscontra un’elevata produzione di interleuchina 6 che è un potente fattore di rischio cardiovascolare e diabetico.
E, a differenza del grasso sottocutaneo di cosce o glutei, quello visceraleoltre ad essere una riserva di lipidi, riveste un ruolo secretorio per i mediatori dell’ infiammazione.
Tanto che il 30% dell’ interleuchina-6 ematica deriva dal tessuto adiposo!
Ed a sua volta, stimola la produzione epatica della proteina C-reattiva, un altro importante marker d’infiammazione.
La bella notizia è che il controllo del peso corporeo e alcuni alimenti modulano positivamente la concentrazione ematica di interleuchina-6 riducendo un’infiammazione sistemica di basso grado.
Tra la frutta e la verdura con proprietà antinfiammatorie formidabili ci sono:
- mele,
- frutti di bosco,
- broccoli,
- spinaci,
- papaia,
- ananas,
- tè verde,
- fave di cacao,
Tra i grassi buoni ci sono:
- noci,
- semi di lino,
- semi di zucca,
- pesce azzurro,
- salmone,
Tra le spezie troviamo:
- aglio,
- curcuma,
- cannella,
- zenzero.
Quindi assicuratevi di includere adeguate quantità di questi alimenti nella vostra dieta, ogni giorno.
Ricordate poi che un ’infiammazione cronica si combatte anche con i cereali integrali, con l’ avena e con dei cicli mirati di probiotici per ristabilire il microbiota intestinale perché il 70% del sistema immunitario risiede nell’ intestino.
Tutto ciò per dire che la sana alimentazione non è la prova costume promossa, che comunque non guasta!
La sana alimentazione è garantire all’ organismo una fisiologia impeccabile.
Inoltre, mantenere sempre al minimo i processi infiammatori.
Infine, …la buona alimentazione è salute!
Pertanto, se hai bisogno di consulenze rigorose e precise e vuoi approcciarti all’ immuno-nutrizione non aspettare che sia troppo tardi, rivolgiti ai nostri centri Jenevì Medical.
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Tocilizumab e Interleuchina-6 sul coronavirus.